Chicco di riso
Il centro dell'universo –
Mangia ancora.
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Chicco di riso
Il centro dell'universo –
Mangia ancora.
Io artefatto,
io brucio Me distratto
io e Me solo.
Inutile io,
freddato dal ricordo –
Lei luna rossa.
Le mani tremano mi dicono,
quando ti tocca un'emozione
il brivido che sale, che ti confonde,
la mano che piano scivola, senza far rumore.
Il caldo non esiste, se non si è abbracciati,
il freddo è pungente, quando si è lontani,
e te ne freghi dei cattivi odori e sapori,
se sono accesi o spenti tutti i colori.
Le mani sudano mi dicono,
quando non sai neanche che dire,
il tremolio alle gambe, le ginocchia cedono,
non sentiresti neanche il dolore, se mai cadessi.
Tutto questo è riassunto in una sola parola: amore,
tutto questo è riassunto in una sola cosa: il tuo nome.
Mi sono innamorato della tua camminata,
sinonimo di femminilità. Mi sono innamorato
della tua bocca, figura passionale dal sapore
del miele e dal colore di rosa, la più bella che
io abbia mai visto.
Mi sono innamorato dei tuoi occhi, fatti di
acqua e sale, che però non si mettono in
contrapposizione al tuo viso, con la dolcezza
di una bimba su un corpo da donna.
Mi sono innamorato della forma delle tue
orecchie. Non hanno una forma così particolare,
ma per me quella forma è unica.
Mi sono innamorato delle tue mani, così curiose,
così soffici, un simbolo di contatto fisico, un
contatto dannatamente bello.
Mi sono innamorato della tua voce, che varia
a seconda della tua timidezza, del tuo sorriso,
meglio del paradiso, luminoso come le stelle,
meraviglioso come quello di un bambino,
stupendo come nessun'altro.
Mi sono innamorato. Di te.
Ho perso il sorriso quando ho iniziato a camminare,
perché cadendo mi sbucciavo le ginocchia
Ho perso il sorriso quando ho iniziato a parlare,
perché ogni parola che non andava bene era un essere corretto
Ho perso il sorriso il primo giorno d'asilo,
poiché è stata la prima volta lontana da casa e dai miei genitori
Ho perso il sorriso cadendo dalla bicicletta,
per il primo brutto voto a scuola,
per il primo "no" ricevuto da una ragazza,
per le litigate con i genitori sempre più frequenti
ho perso il sorriso quando ho iniziato a regalare il cuore,
quando ho cominciato a provare amore
Ho perso il sorriso con il primo fallimento,
e scoprendo che non sarebbe stato l'ultimo
L'ho perso quando ho visto il mondo andare a rotoli,
l'ho perso quando ho capito che non potevo fare niente
per far sì che non accadesse...
Ho perso il sorriso quando ho aperto gli occhi,
ho perso il sorriso come han fatto tutti
L'ho perso perché sono umano,
se non l'avessi fatto, mi sarei preoccupato.
Tu, in me, sei ovvia come
il sole che illumina la mattina che,
anche se coperto da nuvole
livide, non smette mai di brillare.
Tu ci sei come ci può essere un
albero in un bosco, come ci può essere
una goccia d'acqua nel mare.
Sei ovvia come può esserlo l'aria,
così indispensabile ma allo stesso
tempo così invisibile.
Sei ovvia come il bisogno di cibo
per un uomo.
Ci sei nelle mani, impressa come ruga
sulla mia pelle, come luna appesa in cielo,
circondata da mille stelle che però
non potranno mai eguagliare la sua bellezza.
Tu in me ci sei, ti sento forte, perché
ci sei come c'è Dio nella bibbia, come c'è
odio in una guerra, come c'è vita in una
nascita, come interesse in una lacrima.
Sentirti mi fa vivere, sentire la tua mancanza
mi fa morire, mi fa spegnere.
Come posso chiamare questa che sto vivendo
davvero vita se non ci sei tu affianco a me?
Io ti sento come musica, come poesia,
come malinconia, come luce nel buio più assoluto.
Tu sei lì, dentro me, ti vedo.
Vorrei demolirti il cuore, penetrarlo con forza,
per diventarne calore, assaggiarne il sapore,
dimenarmi nel suo fragore, annusarne l'odore,
renderlo cristallo, per poterlo ammirare.
Vorrei demolirti l'umore, così da ricostruirlo,
renderti felice anche quando dovresti piangere,
saperti contenta, anche se il cielo è grigio,
saperti triste, quando non sono con te.
Vorrei demolirti i pensieri, così da farne abitazione,
distruggere i pensieri maligni, perché poco dignitosi,
perché non farebbero onore al tuo viso d'angelo,
non farebbero onore, alle ali sulle tue spalle.
Vorrei demolirti la vita, per ricostruirla assieme alla mia,
per rendermene partecipe, per esserne fondamenta.
Perché come il mio cuore è legato al tuo dall'amore,
vorrei che la mia anima fosse legata alla tua, dalla vita.
Ricordo un giorno, ero bambino,
la pioggia forte impediva il mio cammino.
Mia madre stringeva la mano forte,
tirandomi verso di lei, stirando le mie braccia corte.
Lei aveva paura, io neanche capivo,
lei tremava, io non mi coprivo.
Mi sembravano tratti di matita nel cielo
scritti e subito cancellati su un foglio nero.
Poi un rumore forte mi fece sobbalzare
lì solo mia madre mi riuscì a rassicurare.
Ne seguirono altri di rumori forti,
ma non mi impaurirono, ammaliarono i miei occhi.
Quanti ricordi inutili,
dentro la mia testa...
Costruivamo castelli,
di mattoni ed illusioni...
Ma si ha bisogno di fondamenta,
per non crollare mai,
e le nostre fondamenta,
non c'erano e lo sai...
Le ho cercare e ricercate,
come un bandito latitante
ma, ahimè, non le ho trovate,
forse non ci sono mai state...
E se bastasse qualche giorno,
giuro che li sprecherei,
per dimenticare ciò che è stato,
prometto che lo farei...
Nel frattempo stringo i pugni,
contro al muro li percuoto,
e urlo straziato dal ricordo
di illusioni che mi avevano circondato...
Sì, tu mi hai dimenticato,
come si fa con le chiavi,
avevi promesso di non farlo,
ma alla fine è accaduto...