Se mi verrai a cercare sarò dove il silenzio ha il suono del mare, dove il cielo di lapislazzulo bacia teneramente la sabbia. Se mi verrai a cercare, non sarò carne, non sarò io sarò universo.
Sarò la strada che ti accompagna non semplice, selvatica ma morbida e calda con sorgenti fresche che profumano di more e fiori d'acqua. Mi guarderai al tuo fianco mentre cammini e al calar del sole suonerò con le cicale e i grilli. Ti innamorerai di me senza accorgertene ad ogni tuo passo.
Vivo negli spazi vuoti, tra la parola non detta e il silenzio assordante, vivo negli interstizi dell'anima dove il cielo si fa cupo e il vento frusta i miei pensieri, vivo all'ombra della grande luce tra quella linea sottile d'universo dove le stelle si vestono a lutto, ed io le consolo.
Vedo passare sulla mia testa aquiloni di scheletri, scricchiolano e cantano parole di fumo rincorro, anche oggi farfalle d'argento e vascelli fantasma che mutano al sole mentre spiegano le loro vele d'inchiostro e spariscono all'orizzonte verso la nuova fenice. Ho lacrime di cera, ognuna porta in sé un piccolo tassello della mia maschera ogni sorriso è una crepa ogni crepa una luce. Declini di vecchi tramonti e nuove aurore sulle mie labbra ogni rivolo d'acqua salata un ricordo da salvare tra candidi gelsomini e bianchi oleandri di veleno.
Sono una clandestina di primavera, ho viaggiato in prima classe tra le foglie autunnali senza bagaglio, vestendomi di addii comprati alla stazione niente saluti per me, solo scomodi sguardi sgualciti bagnati dall'umido soffocante di un abbraccio rattoppato. Nessuno sa dove io sia mi son persa ma quando mi perdo io sono a casa.
Io sono... l'alito di vento che si posa nel tempo, sono l'anagramma dei miei sensi ed il fluire dei miei languori più nascosti. Sono il tuo spazio e la tua prigione. Sono il profondo e l'oscurità che danzano nel nulla. L'infinito mondo dentro due sfere. Due lune, due soli dentro i miei occhi.