Tu con la tua anima disperatamente dannata, mi hai incatenata, incantata. I tuoi occhi scrutano perversi il mondo, e profondamente lo vogliono, lo cercano. Tu non sei che un angelo, un angelo dannato, destinato ad una vita lugubre, buia, eppure vedi una luce che ogni mortale ignora, hai aperto una porta alla sapienza eterna e vera, e per questo condannato e forse un giorno ingiustamente... giustiziato. La tua bocca parla di cose proibite, di verità censurate, critica le assurdità del mondo. Eppure tu non sei che un angelo, un angelo destinato ad una vita solitaria, lunga e dura come rigidi inverni. Come gelo, la società, su di te s'abbatterà per soffocare la tua sete di verità e giustizia, chiusi nella loro ignoranza, non vorranno vedere, non vorranno sentire. Eppure tu, dolce, dannato, triste angelo, non farai che aumentare il calore, la passione, che dimorano in te, che ti danno una ragione per vivere. A volte vorresti che mai la tua mente fosse stata illuminata: è difficile combattere da soli, e piangi nel tuo silenzio, e un rosso scarlatto scende sulle tue guance. Gridi, gridi pietà ad una vita più volte rinnegata, ma tu sei il prescelto, non sei che un portatore di felicità, di serenità. Eppure vivi nella disperazione, nel tuo dolore, mascherandolo, nascondendolo a te stesso, vivi le pene dell'inferno, solo per portare un po' di pace. Ma tu, tu non sei che un angelo, tu sei innocente, ma per il mondo sei il male, sei le loro paure, sei le loro perversioni, sei ciò che rifiutano. E per me, non sei che l'amore, la passione, il fuoco, la sapienza, la verità, sei il mio spirito, la mia anima, tu che mi proteggi sotto le tue ali, che mi guidi con la tua mano, che mi parli con gli occhi, tu che sei la mia salvezza, tu: il mio angelo nero.