Or poserai per sempre, stanco mio cor. Perì l'inganno estremo, Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento, in noi di cari inganni, non che la speme, il desiderio è spento. Posa per sempre. Assai palpitasti. Non val cosa nessuna i moti tuoi, né di sospiri è degna la terra. Amaro e noia la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo. T'acqueta omai. Dispera l'ultima volta. Al gener nostro il fato non donò che il morire. Omai disprezza te, la natura, il brutto poter che, ascoso, a comun danno impera, E l'infinita vanità del tutto.
Taci, anima stanca di godere e di soffrire(all'uno e all'altro vai rassegnata) Nessuna voce tua odo se ascolto: non di rimpianto per la miserabile giovinezza, non d'ira o di speranza, e neppure di tedio. Giaci come il corpo, ammutolita, tutta piena d'una rassegnazione disperata. Non ci stupiremmo, non è vero, mia anima, se il cuore si fermasse, sospeso se ci fosse il fiato... Invece camminiamo, camminiamo io e te come sonnambuli. E gli alberi son alberi, le case sono case, le donne che passano son donne, e tutto è quello che è, soltanto quel che è. La vicenda di gioia e di dolore non ci tocca. Perduto ha la voce la sirena del mondo, e il mondo è un grande deserto. Nel deserto io guardo con asciutti occhi me stesso.
Taci anima mia. Son questi i tristi giorni in cui senza volontà si vive, i giorni dell'attesa disperata. Come l'albero ignudo a mezzo inverno che s'attriste nella deserta corte io non credo di mettere più foglie e dubito d'averle messe mai. Andando per la strada così solo tra la gente che m'urta e non mi vede mi pare d'esser da me stesso assente. E m'accalco ad udire dov'è ressa sosto dalle vetrine abbarbagliato e mi volto al frusciare d'ogni gonna. Per la voce d'un cantastorie cieco per l'improvviso lampo d'una nuca mi sgocciolano dagli occhi sciocche lacrime mi s'accendon negli occhi cupidigie. Chè tutta la mia vita è nei miei occhi: ogni cosa che passa la commuove come debola vento un'acqua morta.
Io son come uno specchio rassegnato che riflette ogni cosa per la via. In me stesso non guardo perché nulla vi troverei...
E, venuta la sera, nel mio letto mi stendo lungo come in una bara.
Il tuo dolce pensiero Mi riempie l'anima Di una gioia infinita. Gioia che cerco ovunque, Ma che trovo solamente nel tuo sguardo, Che nasconde La pienezza dei miei sogni.