Conterai le aurore, tu che di cuore sei fatto, e nelle notti senza luna alla fiamma dei ricordi accenderai il camino del cuore per riscaldarne le fredde pareti.
Canterai al vento tu che di cuore sei fatto, e quando il buio colmerà la bocca di ogni tuo dire del cuore ascolterai il canto che non abbandona;
Spiegherai ali nei sogni tu che di cuore sei fatto, e quanto il cielo lancerà spade tu non accetterai sfida e nella culla dei sogni riparerai la speranza del tuo cuore.
Conterai aurore, Canterai nel vento, Spiegherai ali, tu che di cuore sei fatto.
Tornano le notti angosciate dove gli occhi si aprono al conforto dell'infinito, e quel tuo sorriso dolcissimo sembra il crudele cielo dove naufragano disperate rondini.
Torna il silenzio sul cuore e immagino la tua voce sussurrare il mio nome immagino le nostre mani cercarsi... Torna il silenzio sui sogni.
Tornano le immagini del bambino, del ruscello trasparente che iniziava la corsa della vita fresco e delicato, timido fra l'erba e i fiori, puro di miserie che l'umanità non gli farà mancare.
Torrente allegro e brillante si muove tra le rocce cercando la via per il suo destino ora fragoroso e tumultuoso in argento e arcobaleni ora opaco e misterioso a difendere l'anima.
Poi fiume lento e silenzioso a scavare penosamente la pianura a disegnare anse e curve verso il suo fine. Verso il mare.
Sconfinato e profumato come lo sguardo che ho cercato in te L'alba e il tramonto sullo stesso orizzonte nello stesso momento ai confini opposti del mare
E il mio cuore mi sprona, mi umilia e mi incita a scavare ancora questa pianura, ansa dopo ansa, pregandomi di piegare ancora, a curvare un'altra volta, e un'altra volta ancora.
Trepidante e impaziente come un bimbo in viaggio che dietro ogni curva si aspetta la terra aprirsi e scomparire, e, come per magia, improvvisamente, apparirgli il mare.
Ma dopo ogni curva è una nuova delusione davanti agli occhi aride pietraie da scavare Il corpo e l'anima aggrediscono la roccia ma fragile è l'intimo sentimento del cuore
E mi trascina con sé in questa pietà che non trova amore