Nella stanza che è stata di me quando avevo persino meno voglia di parlare di oggi ritrovo le vecchie stampe colorite d'umido la vecchia radio rossa che gioca sola il tono del volume le sciabole in plastica d'una notte di carnevale antico Non me ne abbiano i libri che tanto amavo se ora più non sfoglio l'armadio che tanto esploravo se ora più non l'apro l'orso che mi divideva il letto se non lo stringo più Non me ne abbia questo passato che commuove se quel che sono stata tra le sue mura l'ho perso incastrata in altre meno accoglienti Porto come memoria due peli d'orso cresciuti sotto la lingua monito perenne di un prima che resta in ogni dopo.
Ne rideremo insieme, un giorno, del nostro tempo, passato ad aspettarci. Ricorderemo le sensazioni indefinite che ci parvero avere un senso, che non potevamo capire. Ripercorreremo la strada a ritroso e conteremo gli incontri mancati. Calcoleremo, con minuzia, inspiegabili vuoti allo stomaco, crampi come pegni di un voto segreto, passi in verso contrario al destino quando, ancora vestito d'accidente, camuffava carte, locali, nomi. Ne rideremo insieme, un giorno, del nostro tempo, passato ad aspettarci. E ci scioglieremo in fine nelle lacrime, del nostro inarrivabile incontro, dell'impossibilità di trovarci, se non in quell'attesa.
Cammina silenzioso il killer e mani al riparo nelle tasche Ha la Memoria dura a morire non la si può uccider in nessun modo, lei Rilegge al contrario la storia per vedere se suona bene lo stesso c'è sempre una parola Amore di troppo
Cammina in mezzo a segni che lo condannano indizi che semina sapendolo, evasi da tasche colme Non uno che badi alla sua camminata lenta non è l'unica faccia da colpevole in giro Polvere da sparo sulla mano che uccide quella mano d'eterno riposo Nasciamo tutti con una promessa da non mantenere
Cammina. Ogni passo è una linea e la colpa diventa sfondo mentre giunge il perdono, coatto di pigrizia Che non si perda tempo a capire! Che velocemente si lavi il pavimento imbrattato! Che si rimedi a tanto sentimento fallato! Si proceda, attendente, si proceda!
Strade d'ombra inghiottono le ultime vetrine Al confine, dove termina l'asfalto e regna erba umida Si ferma. Sapesse pregare, invece bestemmia forte Sulle sue ferite solletichio di pioggia tiepida, prima violenza di frustate, dopo Uno specchio d'acqua riflette la sua immagine nelle tasche, le mani stringono un'arma stropicciata
Le assomiglia nell'ultimo momento il solo che è sempre d'innocenza
Cadendo finalmente sorride Ci si chiede chi pulirà l'erba.