Scritta da: Vincenzo Elefante

Il ritorno

Ritornano nei sogni,
accade che ritornino nei sogni,
in mezzo a noi che siamo ancora vivi,
come la luna, il sole e le altre stelle:
ritornano nei sogni.
**
Tornano nella loro vecchia casa,
siedono ancora a tavola con noi,
al loro posto solito, ci ascoltano,
e con la stessa luce nello sguardo.
**
Se ne vanno, camminano ogni giorno
per le solite strade, ci salutano,
e ogni giorno senza una risposta.
Sogni – direte. Pure fantasie.
**
Ma se la vita è un sogno, sono i vivi
che incontrano nel sonno i loro morti?
O sono i morti che nel sonno eterno
si incontrano coi vivi?
**
Parole che mulinano nel vento!
Eppure un giorno noi ci incontreremo,
ci abbracceremo tutti, i vivi e i morti,
sulla riva del mare.
**
e prenderemo il largo tutti quanti,
tutti saremo ansiosi di imbarcarci,
per la casa del Padre.
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    Scritta da: Vincenzo Elefante

    Terra nostra

    Alza lo sguardo, un giorno mi dicesti,
    e osserva bene: "Questa è la mia terra.
    Qui anche il vento ascolta la mia voce,
    non soffia dove vuole."

    e l'alma terra replicò nel vento
    tuonando forte dalle sue foreste:
    "Forse che l'erba non diventa terra?
    E tu, vali di più del filo d'erba

    che veste le mie valli e i miei sentieri?"
    E perché dici: "Questa è la mia terra?
    Non dormirai anche tu sotto le stelle
    come un qualunque insetto?"

    Piccolo uomo, ascolta: "Questa terra
    che hai conquistato con le baionette,
    per nulla ti appartiene, ma sei tu
    che appartieni alla terra come l'ultimo
    lombrico che oggi striscia sulla terra."
    Composta giovedì 10 settembre 2015
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      Scritta da: Vincenzo Elefante

      Quando ero bambino

      Quando ero bambino
      i miei amici erano gli uccelli
      erano i fiori, erano le erbe,
      ricordo che passavo
      molto del mio tempo
      con loro a ragionare dei miei sogni

      E le nostre parole erano semplici,
      perfino il vento si fermava ad ascoltare,
      le mie speranze avevano
      ali colorate
      come quelle delle farfalle.

      Mia madre mi guadava e sorrideva,
      mi chiamava poeta – il suo poeta.
      e io a quell'età
      che potevo sapere di un poeta,
      io che ero come passerotto
      tra i rami del ciliegio
      che discorre con l'acqua nel canneto.

      E ora mamma è con gli angeli del Cielo,
      come un sogno nel cielo della sera,
      ma quando mi racconto
      agli uccelli e ai fiori,
      quando ricerco l'ombra - almeno l'ombra –
      del bambino che fui,
      odo come un singhiozzo soffocato
      nel vento che ritorna
      come una volta a ragionar con l'angelo
      di quel tempo che fu.
      Composta venerdì 2 aprile 2021
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