Poesie preferite da Young Dreamer ...

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Scritta da: Elisa Iacobellis

Ho pena delle stelle

Ho pena delle stelle
che brillano da tanto tempo,
da tanto tempo...
Ho pena delle stelle.

Non ci sarà una stanchezza
delle cose,
di tutte le cose,
come delle gambe o di un braccio?

Una stanchezza di esistere,
di essere,
solo di essere,
l'essere triste lume o un sorriso...

Non ci sarà dunque,
per le cose che sono,
non la morte, bensì
un'altra specie di fine,
o una grande ragione:
qualcosa così, come un perdono?
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Autopsicografia

    Il poeta è un fingitore.
    Finge così completamente
    che arriva a fingere che è dolore
    il dolore che davvero sente.

    E quanti leggono ciò che scrive,
    nel dolore letto sentono proprio
    non i due che egli ha provato,
    ma solo quello che essi non hanno.

    E così sui binari in tondo
    gira, illudendo la ragione,
    questo trenino a molla
    che si chiama cuore.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Abdicazione

      Prendimi fra le braccia, notte eterna,
      e chiamami tuo figlio.
      Io sono un re
      che volontariamente ha abbandonato
      il proprio trono di sogni e di stanchezze.

      La spada mia, pesante in braccia stanche,
      l'ho confidata a mani più virili e calme;
      lo scettro e la corona li ho lasciati
      nell'anticamera, rotti in mille pezzi.

      La mia cotta di ferro, così inutile,
      e gli speroni, dal futile tinnire,
      li ho abbandonati sul gelido scalone.

      La regalità ho smesso, anima e corpo,
      per ritornare a notte antica e calma,
      come il paesaggio, quando il giorno muore.
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        Isole Fortunate

        Quale voce viene sul suono delle onde
        che non è la voce del mare?
        È la voce di qualcuno che ci parla,
        ma che, se ascoltiamo, tace,
        proprio per esserci messi ad ascoltare.

        E solo se, mezzo addormentati,
        udiamo senza sapere che udiamo,
        essa ci parla della speranza
        verso la quale, come un bambino
        che dorme, dormendo sorridiamo.

        Sono isole fortunate,
        sono terre che non hanno luogo,
        dove il Re vive aspettando.
        Ma, se vi andiamo destando,
        tace la voce, e solo c'è il mare.
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          Scritta da: Desafinado64

          O amor, quando se revela

          O amor, quando se revela,
          Não se sabe revelar.
          Sabe bem olhar p'ra ela,
          Mas não lhe sabe falar.

          Quem quer dizer o que sente
          Não sabe o que há-de dizer.
          Fala: parece que mente...
          Cala: parece esquecer...

          Ah, mas se ela adivinhasse,
          Se pudesse ouvir o olhar,
          E se um olhar lhe bastasse
          P'ra saber que a estão a amar!

          Mas quem sente muito, cala;
          Quem quer dizer quanto sente
          Fica sem alma nem fala,
          Fica sò, inteiramente!

          Mas se isto puder contar-lhe
          O que não lhe ouso contar,
          Jà não terei que falar-lhe
          Porque lhe estou a falar...

          L'amore, quando si rivela,
          Non si sa rivelare.
          Sa bene guardare lei,
          Ma non le sa parlare.

          Chi vuol dire quel che sente
          Non sa quel che deve dire.
          Parla: sembra mentire...
          Tace: sembra dimenticare...

          Ah, ma se lei indovinasse,
          Se potesse udire lo sguardo,
          E se uno sguardo le bastasse
          Per sapere che stanno amandola!

          Ma chi sente molto, tace;
          Chi vuol dire quello che sente
          Resta senz'anima né parola,
          Resta solo, completamente!

          Ma se questo potesse raccontarle
          Quel che non oso raccontarle,
          Non dovrò più parlarle,
          Perché le sto parlando...
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            Scritta da: Thanaty

            Lentamente muore

            Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
            ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
            chi non cambia marcia,
            chi non rischia e non cambia il colore dei vestiti,
            chi non parla e non conosce.

            Muore lentamente chi evita una passione,
            chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
            quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
            quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

            Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
            chi è infelice sul lavoro,
            chi non rischia la certezza per l'incertezza di inseguire un sogno,
            chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

            Lentamente muore chi non viaggia,
            chi non legge,
            chi non ascolta musica,
            chi non trova grazia in se stesso.

            Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
            chi non si lascia aiutare;
            chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna e della pioggia incessante.

            Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
            chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
            chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

            Evitiamo la morte a piccole dosi,
            ricordando sempre che essere vivi richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

            Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
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