Lunacrima
Come una luna che annega nel baratro oltre il mare senza esser mai stata da esso bagnata, come se la sua fossa fosse stata nell'acqua scavata, io mi abisso nella notte, nel nero di quel pensiero che mai abbandona la mia anima, risucchiata dall'oscurità di quella dea velata, dagli occhi imperscrutabili, che tutto copre con le infinite sfumature del suo unico noncolore. Priva di note, assordata dal silenzio, straziata da un agonizzante pianto incessato. Insofferente della vertigine del fondo senza fine di questa vorace voragine, la stessa che mai ho provato nel volare più in alto delle stelle al battito delle nostre ciglia.
S'infrangono calde sullo scoglio freddo delle mie labbra di sabbia impietrita, le onde amare di quella luna persa, perduto il suo mare.
Composto venerdì 15 gennaio 2010
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