Febbraio 2011
Cammino da sola per i vicoli scuri di una città, all'apparenza, sorridente. Una signora mi taglia la strada. È distratta. Forse pensa agli impegni che le riempiono, fin troppo, la giornata.
È febbraio. Le giornate sono corte, troppo corte. Non si riesce a stare appresso al tempo.
Entro in un bar. Un gruppo di donne parlano dei problemi dei loro figli. Com'è buffo che la cattiveria si manifesti fin dalla fanciullezza. "Mio figlio lo chiamavano quello delle banane. A casa piangeva. Mi ha chiesto di comprargli le patatine! Oddiooo!" Dice una. "I miei figli non mangiano cose fritte e surgelati!" Interrompe un'altra.
Le mamme di oggi parlano come una rivista per sole donne, si servono delle medesime parole per fare bella figura. Così come i loro figli, sono vittime inconsapevoli di una mancanza d'opinione. Non si chiedono se quello che sostengono sia giusto, ma gioiscono al solo pensare che le amiche acconsentano e condividano. Scappano spesso dalle quattro mura delle loro case per incontrarsi e spettegolare. Magari vanno a spendere in cose inutili i loro guadagni e cinque minuti dopo le senti fare discorsi sulla crisi economica.
Ci vorrebbero davvero guerre e carestie per insegnarci ad apprezzare i giorni. La società è divisa in branchi. Siamo animali. Questa è la vera punizione di Dio. Altro che fine del mondo e profezie Maya, morire sarebbe l'ultimo dei problemi. Ciò che ci fa sentire umani non è respirare ed avere un corpo, ma essere dotati di ragione e noi, stiamo mandando tutto a puttane.
Composto lunedì 14 febbraio 2011
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