Giorni come rasoi, notti piene di ratti


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Quando ero molto giovane dividevo equamente il mio tempo tra bar e biblioteche; come poi riuscissi a provvedere agli altri miei normali bisogni resta un mistero; boh, semplicemente non me ne preoccupavo più di tanto "se avevo un libro o qualcosa da bere allora non pensavo troppo e tutto il resto" gli scemi riescono a crearsi un paradiso tutto loro. Quando stavo al bar, pensavo di essere un duro, spaccavo le cose, facevo a botte con gli altri, ecc. Nelle biblioteche era un'altra storia: me ne stavo zitto, giravo da una sala all'altra, i libri non li leggevo tanto per intero ma a pezzetti: medicina, geologia, letteratura e filosofia, psicologia, matematica, storia, e quelle cose lì mi davano la nausea. E per la musica ero più interessato alla musica vera e propria e alle vite dei compositori che agli aspetti tecnici... Comunque, era con i filosofi che sentivo un senso di fratellanza: Schopenhauer e Nietzsche e, anche se era difficile da leggere, pure il vecchio Kant; trovavo che Santayana, che al tempo era parecchio famoso, fosse fiacco e noioso, con Hegel invece ti dovevi fare un vero mazzo, soprattutto se la sera prima avevi bevuto; c'è tanta gente che ho ... [segue »]
Composto domenica 31 marzo 2013

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