A un agnello che belava tra le capre, il cane disse: "Stolto, sbagli; non è qui tua madre" e gli indicò, lontano, le pecore che si erano staccate dal gregge. "Non cerco quella che, per suo piacere, si ingravida, e poi porta un peso sconosciuto per un numero determinato di mesi, e alla fine butta... [continua a leggere »]
Un ladro notturno buttò ad un cane, sperando di ammansirlo con il cibo, un po' di pane: "a te", la bestia disse: "tu vorresti frenare la mia lingua perché non abbai per la roba del padrone? T'inganni parecchio, perché questa tua generosità immediata mi fa più vigile e non ti fa lucrare per mia... [continua a leggere »]
Un cervo, dopo avere bevuto, rimase presso la fonte e nello specchio dell'acqua vide la sua immagine. E lì, mentre pieno di ammirazione lodava le corna ramose e criticava l'eccessiva sottigliezza delle zampe, atterrito dalle voci improvvise dei cacciatori, si mise a scappare per i campi e con... [continua a leggere »]
Capitolo: Libro Primo - III. Graculus superbus et pavo.
Un gracchio, gonfio di vanagloria, raccolse le penne che erano cadute a un pavone e se ne adornò tutto. Poi, disprezzando la sua razza, si unì a una bella schiera di pavoni. Ma questi strapparono le penne all'uccello impudente e lo cacciarono via a beccate. Il gracchio, malconcio, ritornò tutto... [continua a leggere »]
Un lupo, sfinito dalla magrezza, si imbattè per caso in un cane ben pasciuto. Si salutarono e si fermarono a parlare: "Dimmi un po', come fai a essere così bello lustro? Che cosa hai mangiato per avere messo su tanta carne? Io, che sono molto più forte, muoio di fame". Il cane con franchezza... [continua a leggere »]
Presi dalla sete, un lupo ed un agnello s'erano spinti allo stesso ruscello; più su s'era fermato il lupo, l'agnello molto più giù. Subito il delinquente, preso dalla gola malvagia, sollevò un pretesto di contesa. "Perché", disse, "intorbidi l'acqua che sto bevendo?" E il timido lanuto: "o lupo... [continua a leggere »]
Con schiamazzo assordante, la cicala infastidiva la civetta avvezza a cibarsi nel buio e a dormire di giorno nel cavo d'un tronco. Implorata perché smettesse, acutizzò il suo schiamazzo e, di nuovo, ad un'altra preghiera, s'indispose di più. La civetta, appena capì che a nulla l'era giovato e... [continua a leggere »]
Una donnola era stata acciuffata da un uomo; volendo sfuggire alla morte imminente, gli disse: "Risparmiami, ti prego, perché ti ripulisco la casa dal fastidio dei topi". L'uomo rispose: "Se tu lo facessi per amor mio, te ne sarei riconoscente e esaudirei le tue suppliche. Ma, dal momento che ti... [continua a leggere »]
Capitolo: Appendice perottina - XXIX. Papilio et vespa.
Una farfalla, librandosi qua e là, apostrofava una vespa: "o sorte ostile! Mentre respiravano i corpi dai quali resti prendemmo anima, io fui chiara in pace, forte nelle battaglie e, tra i miei uguali, principe in ogni sapere. Ecco ora il vuoto: putrida io, leggerezza e cenere, mi libro qua e là... [continua a leggere »]
Capitolo: Libro Terzo - xiii. Apes et fuci vespa iudice.
Le api avevano fatto i favi su un'alta quercia; i fuchi, buoni a nulla, dicevano che erano i loro. La lite fu portata in tribunale, giudice fu la vespa. Questa, conoscendo benissimo la razza di entrambi, presentò alle due parti la seguente proposta: "Il vostro corpo non è dissimile e uguale è il... [continua a leggere »]