Il mio diario verde
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...mi colava dalle ciglia, scivolava e lasciava delle lunghe scie nere sulla pelle; poi cadevano sulle pagine del mio diario e lasciavano delle smagliature sulle candide pagine bianche.
Avrei voluto strappare le pagine.
Ma mi sarei ricordata della mia incontrollata disperazione solo guardando il diario.
Avrei voluto buttare l'intero diario.
Ma non mi sarei mai dimenticata di averlo bagnato di dolore.
Avrei voluto urlare. Ho urlato. Forte, fortissimo.
E più urlavo e più piangevo.
E più il diario si bagnava e si sporcava.
Poi, dopo ore, ho smesso. Era ora di tornare.
Mi alzai e guardai il diario.
Avrei voluto lasciarlo lì.
Poi. Sconfitta, lo raccolsi e mi avviai verso casa: non mi sarei mai dimenticata di quel dolore. Il diario era una prova che sia esistito davvero. Altrimenti non ci crederei nemmeno.
Devo potermi ricordare ogni giorno, che sono sola, che lei non c'è più. E devo ricordarmi di quanto fa male.
E così ogni giorno scriverò sulle pagine del mio nuovo diario verde la storia della mia vita, che sarà sempre segnata dalle mie lacrime.
Composto mercoledì 17 ottobre 2012
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