Ultimo piano a sinistra
L'altro giorno al mattino un dito del piede sinistro mi ha parlato:
"Perchè sono nudo? Chi può avermi rinchiuso accanto a creature così simili e così spaventose?"
Io timoroso feci finta di addormentarmi ma questo segnale di debolezza fu colto immediatamente dalle altre dita,
che ahimè inviarono una circolare alle caviglie alle ginocchia e così via fino ad ottenere una folta schiera di sostenitori pronti all'azione.
Ma qualcosa si complicò alla soglia del collo:
"andiamo su dal gran capo!"
Gridavano gli arti, i muscoli, i tessuti e quanti altri fossero schiavi dell'adorato cervello.
"No, rifugiamoci nella calde braccia degli occhi ammaliatori!"
Fu la risposta del bacino.
Nulla ci fu di più distruttivo della lotta intestina tra gli evoluti organi pluricellulari che malgrado il progresso raggiunto in millenni non mancarono di radere tutto al suolo in pochi istanti.
In questa landa ormai desolata solo un suono rieccheggiava da cima a fondo:
il battito del cuore, che continuava il suo lavoro come il più indifferente degli spermatozoi.
Quasi fischiettando si pavoneggiava di essere l'unico superstite.
Allora la mia finta sonnolenza si placò e finalmente ebbi il coraggio di domandargli:
"tu dov'eri finito?"
Tutti lo avevano dato per disperso, o almeno questo si vociferava in giro.
Lui continuava a ticchettare con indifferenza e fu solo dopo urla strazianti che mi accorsi del particolare più insignificante, la sua invidiata scomparsa era solo una scusa per mascherare la sua evidente cecità.
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