Tre foto
Quella notte la pioggia immobilizzava mezza cittadina. La gente va di pazzo quando piove. Si ferma, rallenta, sembra aver rispetto della pioggia. La natura contrariamente rispetta solo le sue leggi e ingrata imperversa su uomini senza dimora.
Un uomo giaceva sotto un ponte pedonale coperto di soli giornali. Fradici. Stralci di vecchie notizie in versione adesivo sugli indumenti zuppi. La pioggia continuava il suo incessante cadere, scandendo sulle lamiere, note di malinconia. La barba gocciolante. La fronte e la testa di ghiaccio. Tremava. L'uomo era disteso, dormiente, sul ciglio di un marciapiede come un gatto randagio. Ogni giorno alla ricerca di cibo fra la spazzatura. Una ricerca istintiva, naturale.
Vorrebbe lasciarsi morire eppure non può.
Il corpo era immobile sull'asfalto bagnato nel gelido più tremendo. Spesso non sentiva più mani e piedi, il suo corpo come nudo sul mondo. La sua mente alloggiava altrove.
Il ricordo di lei, di loro, in quella notte devastante. Fotografie a scatto continuo nella sua mente gli raccontano una triste storia, la sua.
Un uomo sui quaranta ed il suo lavoro. La sua amata moglie. Le sue splendide figlie. Fino a quel maledetto camion. Poi ci sarebbe stato solo il nulla, o meglio, una realtà da vivere ogni giorno, che non aveva più nulla da offrire.
Per compagnia, un palo della segnaletica sul bordo della strada. Legati ad esso cartoncini di lettere, poesie scritte da diverse persone. In piccole ampolle di vetro tre rose... una gemma per ognuna di loro. Poste dietro ogni fiore, tre foto, meravigliose... per non dimenticarle.
Prima dell'ennesima ricerca di cibo. Aprì i suoi occhi. Vide tre foto. La pioggia si bagnò di lacrime.
Avrebbe voluto lasciarsi morire. Ma non poté.
Composto sabato 11 febbraio 2012
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