"Cameriere?"
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Ho bisogno di una sosta a volte.
Per raccogliere fili spezzati, per leggermi un poco dentro.
Non fumo purtroppo.
Perché chi fuma ha la scusa facile, si ferma, accende la sigaretta, si appoggia al muro e guarda lontano, gli occhi un po' perduti nel mondo che gli sta intorno, in realtà perduti dentro se stesso, a scavare, o semplicemente a osservare quelle pieghe minuscole dell'anima in cui si annidano i pensieri, i desideri, i rimpianti e anche l'amore.
Faccio il cameriere: sbarco il lunario, mantengo la mia famiglia.
Un mal di piedi feroce alla sera, un sorriso incollato sulla bocca tutto il giorno, una pazienza infinita che mi finisce appena varco la porta di casa e lei mi rimprovera muta, con occhi spenti e severi.
Lo so, non le do più niente, ma è proprio che non ho più niente da darle, sono un uomo che si è esaurito.
Pile scariche, guscio vuoto, non so se c'è un riciclaggio di scarti umani, perché io attualmente quello sono: uno scarto umano, dovresti buttarmi via.
Eccoli: sono le 20, 30. Vengono sempre a quest'ora, mezza età, lei ancora una bella donna, lui alto, sanguigno. Sono cordiali, sorridono, ti danno un buonasera che ... [segue »]
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