Il sogno
Nessuno può rubarmi i sogni ed ero lì sulla riva del fiume, l'acqua mi accarezzava lievemente i piedi ed il sole, così fulgido e vivo, mi annebbiava la vista.
L'aria era inebriata di odori, le felci in autunno riempivano le narici di un pungente profumo.
All'improvviso una figura scura sbucava da lontano e mentre pian piano si avvicinava, l'immagine si faceva sempre più nitida. Uno sconosciuto si faceva avanti lungo il viottolo pietroso e si appoggiava ad un grosso bastone. Iniziavo a decifrarne i lineamenti, panciutello, ricciolino, un viso tondo e... gli occhi, che strani quegli occhi. Mi soffermai su quello sguardo stranamente familiare, dentro un viso sconosciuto. Un sussulto, un nodo in gola mi bloccava il respiro, un dolore forte al petto mi squarciava il cuore e lacrime interminabili mi rigavano il volto.
Eri tu, tornato da quel lungo viaggio, mi prendevi per mano e mi conducevi lungo il sentiero dei nostri sogni.
Ed io ti ripetevo "Nessuno può rubarci i sogni".
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