Scritto da: Elisabetta

La farfalla e la vespa

Capitolo: Appendice perottina - XXIX. Papilio et vespa.
Una farfalla, librandosi qua e lą, apostrofava una vespa: "o sorte ostile! Mentre respiravano i corpi dai quali resti prendemmo anima, io fui chiara in pace, forte nelle battaglie e, tra i miei uguali, principe in ogni sapere. Ecco ora il vuoto: putrida io, leggerezza e cenere, mi libro qua e lą! Tu fosti mulo da soma, che, entrando il pungiglione, trafiggi chi vuoi". E la vespa, con ricordo, fece sentire eccellenti le sue parole: "Valuta non chi eravamo, ma chi attualmente noi siamo".
dal libro "Favole" di Fedro

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