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...la scostò lentamente verso la scrivania fino a tornare alla sua posizione originaria.
Prese un foglio, impugnò una penna, solo per un istante, scostò leggermente la sedia verso sinistra, all'indietro, si spinse col sedere leggermente più avanti, inarcò la schiena verso la scrivania, la riappoggiò alla sedia, trascinò nuovamente quest'ultima verso il piano di scrittura, si riappropriò della penna mentre con la mano destra tamburellava nervosamente sul foglio, intonso, candido, innocente, lo accartocciò comunque con stizza, rizzandosi in piedi; la sedia rovinò a terra, lanciò la penna, scaraventò un'intera risma di fogli al suolo e un'attimo dopo si trovò sdraiato sopra di essi, in parte coperto da alcuni di essi, altri fluttuavano per la stanza con leggiadria onirica, oscillando in
modo ipnotico sospinti dagli spifferi di quella vecchia casa.
Composto domenica 5 agosto 2012
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