Fantasma

Dormi cosparso di neve, disperso tra chissà quali montagne. Incontri per la prima volta il freddo, tu che tremi. Tu che lo volevi fare oppure volevi solo aiutare un tuo amico. Sarà mai un delitto cercare di attraversare una terra? Conosci il francese, credevi che sarebbe stato tutto più semplice, e non nego che anche io lo avrei pensato. Ma, ahimè, qualcosa non è andato come ti aspettavi.
Le mani, le dita, i piedi, che freddo, fa talmente freddo che ho quasi smesso di sentirlo, provo una sensazione così strana: improvvisamente tutto quel dolore alle dita è svanito, sarà finita? Dovrei provare a dormire un poco, passerà anche questa. Dormi piccolo, dormi per tua figlia, dormi per tua moglie. Niente, non riesco, mi spingo a non guardare, ma lo devo fare. Scopro le dita di mani e piedi. Viola, nero, blu; poco, troppo poco rosa. Tocco e non sento nulla, non mi sto toccando, mi sto toccando. E poi tutto diventa un susseguirsi di scene confuse, dalle quali sono sopraffatto e che solo debolmente si ripresentano alla mia memoria.
"Svegliati!"
"Che c'è?"
"Guarda! È viola, e non sento niente, non si muove più niente!"
"Da quanto tempo è così?"
Corriamo, cerchiamo un bagno, apro l'acqua calda, bollente! Voglio tornare come prima! Poi vuoto, buio, mi sveglio in un ospedale. Sono ancora in Italia. Adesso mi fanno male le mani, non vedo più viola, non vedo più le dita, solo un bianco lenzuolo che ci gira intorno, e gira, e gira, e sotto non c'è nulla.
Mi presento, io non sono, e se sono, sono il nulla e il nessuno; sono solo il mio lenzuolo bianco di fantasma.