Oltre il tempo e la vita
Capitolo: 9Signora, è sicura che il posto sia questo? "Ma certo, ricordo il cancello, la strada ma la villa non era così... così... abbandonata, c'era un giardino meraviglioso, anche se... Emma era confusa, si inoltrò oltre quel cancello fatiscente e arrugginito che cigolava sui cardini corrosi, incamminandosi con a fianco l'agente, lungo quel viale pieno di sterpi e rovi, dall'erba alta che si intrufolava fra i piedi quasi volendone impedire il passo, attorcigliandosi fra le sue caviglie. Rovine di un antico castello si stagliavano in lontananza, niente altro che resti di un vecchio, rovinoso passato. Ad un tratto l'uomo in uniforme lanciò un epiteto traballando, era inciampato in qualcosa che sbucava dall'erba alta. Fra il verde avvizzito spuntava una lapide, bianca, affondata, con una foto sbiadita e parole cancellate a tratti dall'usura del tempo." Signora, credo di aver trovato il suo ospite, a meno che non sia qualche antenato, comunque non credo che l'abbia ucciso lei, ci ha pensato qualcun altro qualche secolo fa". Sul marmo si leggevano queste parole: Sarai sempre mia, al di là del tempo e della vita" Victor Blass 1856-1898. Il sorriso antico, nella foto ingiallita era più vivo che mai, il viso conosciuto apparteneva ad un lontano passato. Emma osservò quei tratti, poi urlò e il buio l'avvolse nell'oblio.
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