Marina
Una notte decisi di seguirlo per farla finita con quella sciarada.
I suoi passi mi condussero al laboratorio della Velo-Granell, accanto al mercato del Borne. Michail era solo. Dovetti calarmi all'interno da una finestrella che si affacciava su un vicolo. Il vecchio capannone mi sembrò uno scenario da incubo. Centinaia di piedi, mani, braccia, gambe, occhi di vetro penzolavano nelle navate: pezzi di ricambio per un'umanità disgraziata. Attraversai il laboratorio fino a una grande stanza buia, piena di enormi recipienti di vetro al cui interno galleggiavano sagome indefinite.
Al centro della sala, in penombra, Michail mi osservava da una sedia, fumando una sigaretta.
"Non avresti dovuto seguirmi" disse, senza rabbia nella voce.
Composto venerdì 6 luglio 2012
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