Sogni di (im)perfezione
Capitolo: Due e mezzoScegli la pagina:
E un giorno lei non fece segreto di volersi separare dalla loro nuvola di lenzuola e peccato, per precipitare sotto di lui, che la osservava con sguardo impotente e braccia tese. Cadeva nuda e scomposta, come uno sterile manichino, gli arti storti in posizioni anormali, piegati in maniera tutt'altro che armonica. Le sue nudità spudoratamente in mostra, come se il suo corpo dovesse venir violentato non solo dall'impatto, ma anche nella caduta. Solo il viso conservava un'espressione pienamente umana, un colore vivo, un sorriso, maligno, perché gioiva della disperazione e della pazzia. Solo un essere umano avrebbe potuto offrire una smorfia similie, talmente contorta, talmente malsana e minacciosa, volgare.
Nella realtà era solo morta suicida. Niente di così teatrale, come lui amava pensare. Quella mattina si era svegliato e l'aveva trovata morta nel letto, soffocata. Si era soffocata da sola, ma questo lo capì solo in seguito.
Svegliato Gianluca, disse al bambino che la sua sorellona era stanca e stava ancora dormendo e che quella mattina si sarebbe occupato lui di farlo arrivare a scuola. Un risveglio come tanti altri, insomma. Solo tornato a casa, chiamò la polizia e la scientifica poté attestare la causa della morte e l'ora del ... [segue »]
Composto giovedì 1 settembre 2011
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