L'elogio del nulla
Fermate tutti gli orologi, tagliate i fili dei telefoni, tacete i cani con ossi succulenti smettete di suonare pianoforti e rovinate i preziosi mandolini. Si scontrino gli aeroplani luminosi nel cielo scarabocchiando una sola sentenza fumante: lei è via. Raccogliendo le ceneri fredde sento solo vaghi silenzi. Tu eri il mio nord, il mio sud, il mio est e il mio ovest. La mia dura settimana ed il mio riposo domenicale. Il mio mezzogiorno e la mia mezzanotte, la mia alba sull'argine d'un fiume le mie parole e la mia canzone. Credevo l'amore durasse per sempre... lo penso ancora. Ma le stelle non sono più utili, spegnetele tutte! Ad una ad una, senza molto rumore. Imballate pure la luna, distruggete anche il sole ed il suo processo vitale. Svuotate gli oceani e sradicate malamente le foreste, ormai niente mi giova. L'energia vitale non permea più il mio spirito scosso; mi sono confuso, in un sordo tonfo, col nulla. La miriade di nostri baci luminosi si trova in un mondo ultraterreno di idee cristallizzate, non qui. I baci attendono, incessantemente, il nostro amore liberatore. Io, paralizzato, mi cimento a disintegrare, torturare, distruggere i loro prismi ideali per riportare la loro essenza nella nostra quotidianità. Tuttavia, il catastrofico destino rimbalza nella mia anima avvilita e fossilizzata. Come un tuono alla ricerca d'un amore perduto, mi accoscio, dolcemente sulla terra, come polline, silenzioso tra l'erba, alla ricerca di vita.
Composto mercoledì 15 agosto 2012
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