Scritto da: Rosa Coddura
È la vita. Un giorno sei sopra il suo treno diretta verso ogni sorte di ambita meta, il giorno dopo ti cambia la direzione senza la tua volontà o peggio ancora ti sbatte letteralmente fuori gettandoti sui binari, travolgendoti, riducendoti a brandelli di carne spassi qua e là, e il tuo sangue ormai tinge le rotaie, spargendosi in corsa fino al suo esaurimento, o almeno finché il vento non lo secchi. Ma intanto rimare il rumore, lo stridio delle ruote del treno che non massacrano solo le tue carni, ma anche le rotaie. Lo stridio acuto, che tormenta, che stupra l'udito come unghie affilate sulla lavagna. Lo stridio acuto che tormenta un'anima vagante e sofferente. Lo stridio non si placa facilmente, oppure per niente. Ma ho ancora un solo biglietto solo andata, significa che indietro non posso ritornare, il treno non posso cambiare, la vita è una, una sola, solo un treno, ma molte direzioni che posso ancora prendere, ma non dipende solo da me, dovrei essere macchinista. Ma ho i turni assegnati, oppure con veemenza mi tolgono il comando gli eventi che dirottando il treno. Questo dimostra che non è totalmente vero che sei l'unica a poter dirigere la tua vita, sono gli eventi che agiscono contro la tua volontà. Sono anche loro a decidere per te. Qualche volta, ma più delle volte sono passeggera o peggio anche clandestina, a volte la vita stessa mi ripudia, gettandomi sui binari. Sono morta molte volte investita da essa, qualcuno se ne accorto? Esangue invisibile.
Composto lunedì 3 giugno 2013

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