La forza della ragione
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Un bel dì Semantica, per via di un componimento ripieno di concetti della sera prima o forse per colpa di una poesia fortemente evocativa che risuonando nella testa non le aveva fatto chiudere occhio per l'intera nottata, si alzò dal letto con l'umore a fosche tinte. Sintassi le si parava davanti, distesa per terra a fianco del letto, stanca come mai della giornata precedente, passata ad analizzare e ricomporre brandelli di frasi e periodi sparpagliati nella stanza da Semantica, che tutto faceva tranne che curarsi della forma e di un minimo di ordine. A quella vista Semantica l'apostrofò incautamente e con la consueta protervia: "Togliti di mezzo, ancella! La tua insignificante e scarnita carcassa mi vieta l'incedere e mi impedisce il passo. Esci dunque dalla camera delle mie profonde ed argute riflessioni, pregne di senso e di saggezza, dal sempiterno pensatoio edificato a beneficio del mondo e dei suoi miseri abitanti! Di te non più abbisogna il mio estro creativo, non più la mia folgorante inventiva. Leva orsù le tue insulse membra e rimuovi per sempre il tuo essere dal mio veder!" Rispose Sintassi con ossequio e misura: "Perdonatemi, di grazia, sono la Vostra umile servitrice, il Vostro sostegno, scheletro ... [segue »]
Composto lunedì 29 luglio 2013
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