"Quello che scrivo non ha nessuna importanza." Insiste: "Quello che mi interessa sapere è se scrive delle cose vere o delle cose inventate." Le rispondo che cerco di scrivere delle storie vere, ma, a un certo punto, la storia diventa insopportabile proprio per la sua verità e allora sono costretto a cambiarla. Le dico che cerco di raccontare la mia storia, ma che non ci riesco, non ne ho il coraggio, mi fa troppo male. Allora abbellisco tutto e descrivo le cose non come sono accadute, ma come avrei voluto che accadessero. Dice: "Sì. Certe vite sono più tristi del più triste dei libri." Dico: "Proprio così. Un libro, per triste che sia, non può essere triste come una vita."
dal libro "Trilogia della città di K." di Agota Kristof
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