Aveva 15 anni quando per la prima volta tentò il suicidio. Salì su un muretto alto quanto basta per distruggersi e intanto, piangeva. Piangeva senza motivo o forse di motivi ce n'erano troppi. In quelle lacrime c'erano tutte le parole che non riusciva a dire. Una ragazzina che aveva tutta la vita davanti ma che non riusciva a sopportare il peso di quella che aveva sulle spalle. Non sapeva rassegnarsi: lo stava dimenticando. I suoi capelli, i lineamenti, gli occhi: stava dimenticando il viso di un padre che voleva stringere la domenica mattina nel letto come tutti gli altri bambini ma che era costretta a guardare nelle foto sgualcite degli album di una famiglia distrutta. Quel giorno d'estate, lei piangeva, in piedi su un muretto che l'avrebbe vista morire. Si gettò nel vuoto. E a morire, quasi ci riuscì, se non fosse stato per un vecchio uomo, che prendendola al volo quasi per miracolo, le diede un'altra vita da cominciare a scrivere.
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