C'è tanto rumore di sottofondo, in tutto quello che si prova; quell'istante dove tutto è indipendente da tutto quello che credi di avere sotto controllo, come se ci fosse potenza analitica sufficiente per sviluppare quello che in qualche modo si può definire casualità, o addirittura a volte ci azzardarci a definirla realtà. Ma del resto che ne sappiamo noi su quale realtà ci vogliamo imbattere, se cerchiamo disperatamente ogni giorno di giocare con il concetto di infinito per riprodurre quella cosa che definiamo fantasia, quella piccola parte di incertezza che gioca a favore di ciò che esiste, che crediamo di controllare, e ciò che non possiamo definire in senso oggettivo, come se a volte fosse facile trovare ciò che ci resta difficile, se questa è vita mi chiedo io.
Composto sabato 15 marzo 2014
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