Ad un mio amico
Fratello mio, mi piacerebbe poterti dire che il tuo spasimo presto finirà, che si asciugheranno le lacrime che adesso riversano il tuo viso, come lenzuola candide stese al sole d'agosto, della nostra terra, che si sanerà in fretta, quella cicatrice sul cuore ma non sarei sincera. Piangerai, temerai, penerai, al solo udire enunciare il suo nome. La sognerai e la vivrai senza viverla, saranno solo giorni di ricordi, di un passato trascorso e di un futuro desiderato. Ti sentirai misero e isolato, avrei gelo nell'anima come fossi ignudo sulla neve, e la tua mente sarà trafitta dal pensiero di quella rosa che aveva troppe spine; aghi che penetrano ancora feroci, lo spirito e il cuore che incuneano la carne ora gelida che come fuoco ardeva, per lei e per quest'amore che ora è solo ricordo.
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