Dissi che ti amavo. Ti dissi anche che non eri la prima per cui provavo un sentimento simile, ma la prima a cui lo confessavo. Fin da subito ti promisi tutto quello che poteva essere promesso. E non lo feci per conquistarti, ma perché avevo solo voglia di darti tutto quello avresti potuto desiderare; per convincerti che nessun altro, oltre a me, sarebbe riuscito nel medesimo intento. Ma tu di questo non te ne sei mai convinta. Mai un grazie, ma non era questo che volevo. Volevo solo il tuo amore. Che detta così sembra ben poca cosa, ma allora per me era quella più grande. Mi ricordo quella sera d'estate, sdraiati sull'erba, davvero sotto le stelle. Una persona normale avrebbe cercato di stare tranquilla, di non correre troppo, di non esagerare. Ma io ero pazzo di te e nella mia pazzia ti promisi Londra, ti promisi Parigi. E non erano promesse vuote. Avrei voluto avere l'occasione di mantenerle, e nient'altro. Ma tu non sembravi colpita, né spaventata, né intenerita. Soltanto indifferente. Ma io ero troppo innamorato per rendermene conto, per non mentire a me stesso. Sono scivolato su quelle illusioni per settimane, sperando in una luce sempre più debole, sempre più lontana, sempre meno luce. Fino al giorno in cui ho deciso di fermarmi, di aprire gli occhi e di svegliarmi da quel sogno che ogni giorno di più sembrava un incubo. Per la prima volta nella nostra storia sceglievo per me e non per te. E per la prima volta smisi di sperare.
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