Il porto della luna
Il reticolo della ragnatela invisibile la sera attrae la cicala ciarliera. Eppure nessun ragno sfiora il filo di seta fine.
Nulla abbruttisce una luna di miele su una barca bianca che vaga come una nube nell'acqua calma come in un cielo sereno.
Invisibili sciolgono i nodi nel bianco che gorgoglia e pare che non abbiano guida. Attraversano ponti e vie senza ingorgo, il frastuono e l'odore denso di strada scompaiono in un attimo di quiete.
Il mattino presto sembra affogare il miele nel biancore d'un cielo chiaro e ogni novità, sogno e mistero, s'è dissolto.
Il porto lunatico è ora zeppo di navi traghetti e pescherecci, viaggiatori e capitani, mandrie di storni rumorosi: pare un indistinto insieme di mete. E il sole più alto ha il ruolo di Caporale: i pesci sono già smistati indegni di rimanere freschi sotto al sole cocente, come i corpi abbronzati e sudati, saturi di lavoro lasciano in porto carta e altro che viene strascicato sul molo da onde mal odoranti. I sogni sono memorie brevi e intense.
Composto giovedì 1 gennaio 2009
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