Scritto da: cerchio99
Entra la primavera dal quarto di finestra aperto sulla mia stanza, e cerco di percorrere il sentiero sterrato che sprofonda nello strapiombo sotto il davanzale, senza scivolarci, come tutti fanno. Poi ritrovo il sole, e la mia anima accede ai raggi per torcerne le punte, per aprirne i segreti a morsi, schiaffo dopo schiaffo, urla dopo urla isteriche di pianto indifeso; mi trovo al centro della strada, e non esiste automobile che il mio udito riesca a sentire. E nella tristezza alienata di un sussurro, una frase lotta disincantata per farsi una nicchia tra gli aliti di vento, e lo stesso vento misura i metri nel cielo frustato dai petali dei peschi in fiore. Da quella finestra penetra la voglia di camminare scalzo su un manto di stelle e trucioli di niente, oscurati dalle orme dei piedi. E solo tra le fibre attorcigliate delle mie tende di raso, mi accorgo di essere uomo.
Composto sabato 9 maggio 2015

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