Scritto da: Daniela Sasso

Gianni


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...Io non so contare. Non so contare i passi, non so quantificare il dolore. Sono diventato cieco, allo specchio non riconosco il mio viso. Nemmeno le rughe sembrano essere le mie. Un giorno una lettera e poi ancora e ancora, ma non volevo dare preoccupazioni. Ho sempre lavorato e poi d'improvviso il silenzio ha preso il sopravvento. Ditemelo voi come deve fare, un padre a far mangiare i propri figli. Ditemelo voi come deve fare un padre di famiglia a pagare i debiti, quando soffocano le parole e ti fanno ingoiare la lingua. Ho commesso l'errore di non chiedere aiuto, nemmeno a lei che ha sempre conosciuto il modo giusto per abbracciarmi. Nemmeno a lei, che nonostante spesso fosse molto stanca non ha mai smesso di ascoltarmi. Nemmeno a lei, che ogni sera aveva sempre una carezza e un bacio per tutti, prima di lasciarsi addormentare dalla notte. Nemmeno a lei, che mi ha saputo amare. I ragazzi stamattina li ho guardati mentre andavano a scuola, mi sono sembrati felici. C'è il sole fuori. È un buon giorno. L'ultimo bicchiere di vino che ricordo, aveva il sapore buono. L'ultimo pezzo di pane rimasto sul tavolo, l'ho dato al mio cane,... [segue »]

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