Il bambino senza nome
Il primo giorno che ho visto la luce, non è stato felice per me. Ecco cosa dirò raccontando la mia vita ai miei figli un giorno... Perché un giorno vorrei averne almeno due o tre, per mostrare alla vita e a chi la vita ha cercato di togliermela, che io, ce l'ho fatta contro ogni aspettativa. A dispetto di tutto e di tutti. Non posso ricordare, ma qualcuno mi ha raccontato che piangevo e tremavo... probabilmente avevo fame e freddo. Che una vecchietta mi ha ritrovato per caso, in un bidone della spazzatura. I bambini dovrebbero stare al sicuro tra le braccia della mamma, non in un cassonetto, tra i rifiuti... perché vedi, se mi metti tra i rifiuti è così che mi sentirò da grande... un rifiuto! O almeno è così che vorresti farmi sentire tu, donna sventurata. Sono fortunato io, si, hai sentito bene! Sono fortunato perché in pochi ce la fanno, non tutti hanno avuto il mio stesso coraggio... qualcuno si è lasciato andare e, cullato dal freddo, ha lasciato questo mondo infame. Ma io no, io ho deciso di rimanere, di avere un nome, una famiglia... Qualcuno, non so nemmeno chi, me ne ha dato uno bellissimo. Mi chiamo Attilio... e se ho un nome, allora esisto. E tu, donna, non avrai mai l'onore di sentire questo figlio che non hai voluto, chiamarti mamma.
Composto martedì 21 giugno 2016
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