La donna tricolore
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Antonietta rassettò le pieghe del vestito, girandosi davanti allo specchio per controllare che fosse in ordine anche da dietro.
Aggiustò i capelli ravviando qualche ciocca ribelle e passò le mani sugli occhi, quasi a levarne la stanchezza...
Certo, stanchezza ce n'era, ma, sorrise, ne valeva la pena.
Aveva un sogno, un ideale, ci era cresciuta fin da piccola con quei princìpi dentro, fin da quando era con lo zio carbonaro, e aveva impostato la sua vita per conseguirlo: un ideale di Patria non asservita, unita, vicina alla dottrina mazziniana, splendente di libertà...
Il vestito era tricolore: lo avrebbe indossato in onore di Garibaldi quando fosse giunto in Napoli, tra pochissimo.
Intanto lei ed Emma lo attendevano lì, a casa dell'avvocato Ferretti, marito di Emma, da un momento all'altro.
Antonietta si recò nella grande sala, ove il piccolo comitato pro Garibaldi era raccolto: si fece silenzio quando entrò.
Una splendida donna nel fiore dei suoi anni (poco più di una quarantina) il cui viso, soprattutto, era illuminato da una determinazione e da una gioia che lo rendevano splendente.
"Antonietta!" Beniamino, l'uomo che amava, le si avvicinò sorridente "Sei un'incarnazione meravigliosa dei nostri sogni!" Le sussurrò complice... gli astanti scoppiarono in un ... [segue »]
Composto venerdì 29 aprile 2011
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