Scritto da: Federica Danelli

Dance with the devil


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...Guardai fuori dal finestrino ma vidi solo nebbia. Al banco del ritiro bagagli ovviamente tutte le persone di sesso femminile stavano fissando in piena regola il mio guardiano. Io non ci avevo mai fatto caso, ma ora che lo guardavo meglio, poteva risultare molto affascinante: era alto e secco ma non quel secco malaticcio, aveva capelli neri come la notte e gli occhi erano di un marrone ebano. Nessuno lo sapeva, ma io avevo appreso da poco che quell'aspetto era solo un costume per mascherare il suo vero aspetto. Sapevo che era un guardiano e lui stesso mi aveva spiegato che rare volte i guardiani si presentavano nel loro vero aspetto, ma ancora non avevo compreso bene cosa significasse essere un guardiano. Ovviamente l'altra metà delle persone presenti fissava con ostentazione quei rami neri che mi salivano su per il collo e arrivavano alla nuca e fin dietro le orecchie, non sapendo che era la causa della mia rinascita e che quel "tatuaggio" si estendeva anche per tutta la schiena e sulla pancia. Odiavo quel marchio e odiavo ancora di più chi l'aveva imposto sulla mia pelle.

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