La mucca Bianchina e la forza del progresso
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...alla Bianchina: arava il campo dei Poldre e a volte veniva prestata a dei vicini per lo stesso lavoro. Inoltre trasportava carri di fieno, legna, frutta. Ma era contenta: il padrone le dava cibo abbondante e spesso l'accarezzava, le sorrideva, le diceva delle paroline piacevoli alle orecchie; tutti complimenti che lei ricambiava con abbondante quantità di latte, genuino e nutriente. Nelle sere d'inverno, con la scusa di governare la Bianchina, tutta la famiglia si riuniva intorno a lei, nella stalla: chi la spazzolava, chi la lucidava, chi spostava e allontanava il letame, chi cambiava il foraggio, chi le metteva una coperta sulla schiena. Si approfittava anche per rassettare gli arnesi da lavoro, spostare masserizie, inchiodare meglio qualche porta o finestra. E intanto si chiacchierava del più e del meno: si raccontavano storie, pettegolezzi, favole, leggende, filastrocche, indovinelli. A volte a queste riunioni partecipavano amici e conoscenti, specialmente vicino a Natale. Al calore emanato dalla bestia e alla fioca luce della lanterna si stava volentieri uniti e raccolti: le donne lavoravano al tòmbolo, i bambini stavano attenti agli indovinelli, fino a quando il sonno non li prendeva. E c'erano sere in cui si levavano canti semplici e spontanei, specchio di un ... [segue »]
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