Scritto da: Andrea Manfrè

La vita che non c'è più in una città innaturale


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...all'ora di apertura. Erano di pasta bianca, ora non se ne trovano più di questa varietà. La mattina, mentre le raccoglieva, ne mangiava a sazietà. Erano le più dolci e succose. In campagna coltivava anche pere e fragole, con quelle sì si guadagnava bene! C'era di tutto, anche la vacca per il latte con cui sua madre preparava i formaggi. Non mancava proprio niente e che pranzetti! Però quanta fatica. Da quando anche sua madre è morta e i suoi fratelli hanno venduto i campi, Piero ha perso tutto, anche il lavoro. Dopo aver gustato le pesche, il ragazzo diventa più loquace: «Sono di pasta gialla. Non sono cattive. Però se penso alle mie... » La vecchia ha riassettato la cucina, guarda l'orologio alla parete, impaziente. «Eh sì, anch'io mangiavo bene quando avevamo la macelleria, la carne me la sceglievo io ed era sempre fresca, ma dopo che mi sono sposata è andato tutto a rotoli e miei fratelli sono andati a lavorare nello stabilimento industriale. È così la vita, caro mio... Ma quanto ci mette la Marta! Lo sa che devo andare a messa. Ah finalmente! » «Buonasera, signora». Marta, una bella ragazza trentenne, è ancora un po' assonnata ... [segue »]

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