L'infame colonna
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...il terreno con occhiate di puro veleno.
Nella sua mente contorta si chiede incessantemente: "quando mai cesserà tutto questo? Quanto a lungo dovremmo avanzare, senza meta, senza speranza, in questo deserto del corpo e dell'anima? Che tutto finisca! Che la scura falce del mietitore ci prenda ora, finche ancora conserviamo, per quanto piccolo, miserevole e ben nascosto, un frammento della nostra umanità."
E, come in risposta alle sue letali preghiere, ecco che il cielo s'adombra, oscurato dall'immane apertura alare d'un ombra di morte.
L'atroce gargoyle, lembi tesi di carne rancida che si conglomerano e sporgono da un nero ammasso metallico di tubi idraulici e relais e fibre ottiche.
L'infame colonna non emette un gemito mentre viene divorata, boccone dopo boccone, dalle metalliche fauci della bestia, più immane d'una città, più malvagia di Satana Trismegisto.
Il generale rimane per ultimo, guarda, inflessibile, la belva dritta nei suoi orridi, molteplici e penduli apparati oculari.
La sua carne sminuzzata, pestata, frollata, discende piano lungo un esofago biomeccanico, per poi adagiarsi mollemente nello stomaco della bestia, pronta per essere portata ai tecnocrati che l'avrebbero utilizzata per la blasfema creazione della nuova, perfezionata umanità.
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