Speranza
C'era un quasi assoluto silenzio quel primo pomeriggio.
Assolato e caldo, al contrario del giorno prima.
Eravamo una decina di persone al di fuori del supermercato, mascherine, guanti e distanza.
Tutto chiuso, alcune attività per quarantena, altre per sempre.
Ma se il giorno prima sembrava impossibile tornasse repentinamente la bella giornata, così io assaporavo quella quiete raramente sentita all'interno del paese come pace, fiducia, via ogni fronzolo ed ogni inutile parola. Non ci scannavamo di politica, calcio e motori, ognuno in uno sguardo offriva conforto alla pena od angoscia trascorsi, e benché pochi, occhi sorridenti mi fecero (ed ancor mi fanno) credere che il meglio arriverà, magari più di prima.
Tanti obiettarono negli anni a mie previsioni rosee, la differenza è che chi lo fece era nel quotidiano, io alzavo lo sguardo un po' più su e un po' più nel tempo.
Chissà, ci chiamano sognatori oggi, ci additeranno come profeti domani, ma a noi nulla cambia, adesso e poi.
Composto venerdì 3 aprile 2020
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