Scritto da: Guido Rojetti

La metamorfosi del destino


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...un angelo vero, tutto spirito e luce. Lui chiuse gli occhi.
Cullate dalle lacrime, immagini di fanciullesca beatitudine fluttuavano distinte e inseparabili tra le onde travolgenti dei ricordi più cari; spazzando via come in un improvviso soffio di zefiro le nubi grigie che sovrastavano i suoi pensieri, sottraendogli con ghigni da demoni ogni accettabile scintilla di luce nell'ineffabile linea dell'orizzonte.
Lui materializzò quelle immagini con le sue sensazioni e, nel plasmarle come sostanze sensibili, rimodernò la sua fede in conoscenza, il suo spirito con l'essenza del reale, e il suo cuore cessò di comprimersi per iniziare a espandersi, sino a gonfiargli il petto d'orgogliosa compostezza, davanti al doloroso conforto del suo breve passato.
Con il volto ormai disteso, egli figurò nell'aria una carezza d'addio, mentre un primo tocco di campana si sprigionò maestoso nell'ora più calda del mattino.
Zia Rosina sciolse il nodo del suo velo nero, rivelandogli gli occhi umettati e tumidi, e lui le sedetti accanto. Lei lo fissò immobile e a lungo: tre, forse quattro brevi sospiri, poi uno più profondo. L'ultimo. Lo strinse a sé nel dargli la notizia: mamma Lucia era morta sotto i ferri del chirurgo.
Uscirono dalla chiesa e tump, il tonfo all'indietro ... [segue »]

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    Scritto da: Guido Rojetti
    Dedica:
    A zia Rosina e a mamma Lucia.

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