Scricciolo
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"Scricciolo" mi chiamava, suonava così strano allora che se ci penso, rido ancora.
Gli avevo donato un aspetto, delle sembianze alquanto atipiche, nel mio segreto immaginario si trattava di un esserino ciungoso dal colore verdastro il cui odore si può pensare simile a quello di una Big Bubble.
Eppure è così che il mio caro papà mi chiamava ogni volta che il buon umore regnava nella nostra casa; erano pochi quei momenti e io piccola, cercavo di godermeli e di tramutarli nell'immediato in ricordi, cosciente che avrebbero potuto essermi utili nei frequenti periodi di magra serenità.
La piccola Emy si ritrovava spesso sola, in balia di quei magici ricordi, che trasudavano esperienza, che le davano forza e l'aiutavano a guardare il mondo dalla sua piccola finestra nella soffitta.
Giocava lei, prendeva uno specchio, si guardava fissa negli occhi e imparava da se stessa, dava verità ai suoi occhi tristi e insegnava a se stessa a leggersi dentro; riusciva a carpire i suoi pensieri, a dare un tono a questi ultimi. Si divertiva a costruire dei castelli fatti di piccole sensazioni, che lentamente conferivano al suo piccolo reame quella sicurezza, stabilità, che il mondo le toglieva ogni qual volta lei si ... [segue »]
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