Un pesce fuor d'acqua
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...si era sempre sentito come un pesce fuor d'acqua anche nel suo mondo, e ora che lo era davvero nessuno gli credeva. Risalì di nuovo sopra il livello del mare: voleva portare agli abitanti degli abissi un segno tangibile della sua scoperta. Emerse con la testa dal mare e rivide quel meraviglioso panorama, un cielo immenso e luminoso tagliato di tanto in tanto dal volo di coloratissimi uccelli, e un sole splendente; la bellezza di quel luogo lo incantava ma non vi era nulla che potesse portare via, ciò che aveva trovato lì era l'armonia dell'anima. Mentre era preso e compreso dai suoi pensieri un uccello dalle larghe ali gli venne incontro chiedendogli perché fosse tanto triste, e il giovane pesce gli raccontò il suo dilemma. L'uccello sorrise dicendogli:
Se ho ben capito devi portare lì giù da Voi un segno dell'esistenza di questo mondo, altrimenti non ti crederanno mai. Ebbene non è poi tanto difficile: ci penserò io.
Il variopinto uccello si allontanò qualche minuto e poi tornò portando nel becco un ramoscello che consegnò a Sal dicendo:
Questo frutto cresce solo in questo luogo, nessuno potrà mai obiettarti la sua origine, perché loro sanno che il ramo che porti nasce ... [segue »]
dal libro "La piccola voce" di Cleonice Parisi
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