Il ragł
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...semplici, da gustare col naso prima, con gli occhi poi, quando il sugo vellutato si appoggerą morbido sulle orecchiette gialle di semola o scure di farina integrale, e le colorerą, accarezzandole, come un innamorato intraprendente che tutto abbraccia con voluttą...
e davanti ai miei occhi scorrono le scene domenicali di tanti anni: i bambini "imbavagliati" nei tovaglioloni bianchi e i volti dei nonni vicini a loro, sorridenti, mentre i maccheroni passano attraverso le bocche aperte sui dentini mancanti (il topolino li ha portati via!) Lasciando dei deliziosi baffi rossi intorno... e il parlottio, e lo scambio di importantissime veritą assolute: "Come, non metti l'olio santo? E quello ci vuole! Senza peperoncino che ragł č?" E la formaggiera che gira per la tavola, imbiancando generosamente i piatti dei commensali...
e intanto il profumo del ragł, mischiato ai ricordi, si spande per casa e accoglierą i ragazzi, che ormai sono grandi e rientrano tardi e magari entreranno in cucina, alle tre di notte, e un pezzetto di pane bagnato in quel sugo tiepido e morbido gli farą da accompagnamento della buona notte, quasi fosse un bacio della mamma e una carezza...
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