L'amore che non passa con il tempo...
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...ogni passo.
La sua poltrona era vuota, la luce della finestra rimaneva oltre quel vetro, come se per rispetto non osasse entrare.
Sentivo le zie dire "non fate entrare la bambina, Donatella è piccola", ma io volevo vederla, non potevo stare lì senza farle ancora una carezza, e mentre i grandi parlavano, io corsi via, entrai in quella stanza dove tante volte lo zio mi faceva suonare il piano che ora rimaneva in un rispettoso silenzio.
Sentii subito l'odore della morte, mi entrava nelle narici e mi arrivava al cervello.
Presi coraggio e posai gli occhi sul letto, lei era lì, immobile.
Le andai vicino, e delicatamente come se avessi paura di farle del male tanto era la sua pelle colore della porcellana, l'accarezzai, ma ritrassi subito la mano. Sentii il vento della morte che l'aveva portata con se... quel giorno, quel vento, portò via anche qualcosa di me.
Composto martedì 13 aprile 2010
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