L'avaro
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A Tommaso, il fatto in se, all'inizio, non è poi parso né gravoso né offensivo tanto che si avvia a casa amareggiato ma con l'animo non eccessivamente turbato. Ma appena mette piede nel suo tugurio e la moglie gli viene incontro, in quel preciso momento, scatta in lui una tale rabbia e soprattutto una grande mortificazione che vorrebbe tornare indietro per gridare in faccia al cognato la grande meschinità e la sfrontatezza delle quali si nutre: La moglie con buone parole riesce, però, a calmarlo facendogli notare che in fondo è stato il cognato a sbagliare e non lui e che, pur essendo loro molto poveri riescono a fare, comunque, una vita migliore di quella che vive Achille offrendo ai loro figli molto di più di quanto non dona lo stesso Achille che pure è oltremodo ricco. Non basta, continua la moglie, avere tanta grazia di Dio se poi, in fondo, non la usa e non ne gode per la troppa avarizia che tiene in corpo. Vero è che sguazza nell'oro ma se tutto il benessere di cui può vantare lo tiene immagazzinato e non lo usa nemmeno per le necessità più impellenti è come se non avesse nulla anzi ... [segue »]
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