La notte. Di notte. Profili di mitica luna ispirano il mio latrato sinistro: Cerbero! Tre teste, tre pensieri, tre gole. Fame rabbiosa di vita e riscatto, artiglio che graffia e scuoia chi viene meno al patto. Cerbero! Tre teste ed un cuore e sono distruzione del tempo che mi attraversa, di un passato dove c'eri tu, di un presente dove ci sono io, di un futuro dove non saremo più noi. Lo spasmo mi dissocia: tre teste ed un dolore e sono furore che avvelena la criniera di serpenti che sputano antidoti contro il mio stesso male. Tu, Sibilla, hai varcato il mio Acheronte e mi hai tramortito col tuo miele, sono prigioniera in una chiosa medievale, ora sale l'onta, sono custode e guardiano del mio delitto e rivendico ogni giustizia, sono pronta con le mie zanne e la coda di drago e la mia astuzia, non più possa plagiarmi la tua malizia. Alla fine di questa aspra difesa della quale sono novizia, traghetto il mio onore e la mia decenza al di qua dell'Ade che mi ha abitato dentro, placo la mia belligeranza e riconquisto la mia essenza.
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