Ed ho puntato tutto su me stessa quando il mio cavallo s'era azzoppato e non sentivo più nessuno tifare dagli spalti. Oggi so di essere stata la mia migliore scommessa. Impossibilità ad essere. Impossibilità a fasciarmi gli zoccoli sanguinanti a causa dei ferri e dei chiodi. E come si fa a correre così? Ad un cavallo zoppo si spara! Dicono. Tu sei stato il primo a puntarmi alle gambe mentre con l'altra mano prendevi i soldi e li sbattevi forte sul tavolo per scommettere su qualcun altro. Cavaliere senza mantello. E c'è voluto tanto prima di potermi fidare di nuovo e prima che arrivasse qualcun altro a guarirmi e strigliarmi di dosso la paura ed il pelo morto. Sai che c'è di nuovo? Che non voglio più competere e gareggiare. Non sono in vendita e non sono valutabile, né sono la beffa di nessuno e non vedo cosa ci sia di divertente quando la corsa della vita mi affanna. E non mi piacciono né la paglia, né il fieno. Poi... tu! Ed io che custodisco il tuo sonno della notte so che, quando scorgo le tue palpebre muoversi rapidamente, ti sono dentro così come tu sei dentro me mentre facciamo l'amore e mi chiedo se smettiamo mai di farlo, ché la sensazione di te mi resta addosso tra le lenzuola ed il caffè quando tu sei già di là ed io resto ancora un po'. E mi chiedo se è tutto vero. Il tuo sorriso è realtà e ci trovo mille frasi dentro: "ciao", "vuoi dell'altro caffè", "sei mia", "ritornerei a letto con te", "che bella che sei".
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