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Dentro, ci metto le impressioni di caldo e freddo; le misture variegate alla vaniglia, affogate nel caffè ed ubriache di vino d'annata. Dentro, ci metto un baraccone da circo con i clown maldestri, dai sorrisi finti. È arzigogolata. Un rebus della settimana enigmistica, un sudoku da risolvere con tempo e pazienza. A zig-zag per schivare gli ostacoli, a pois e dall'aria vintage, di una bella fantasia cachemire che richiama la stoffa da rivestimento dei divani da psicoanalista sui quali mi adagio per ascoltarmi, per aiutarmi, per salvarmi. Lei mi salva. È la mia àncora. È la mia scatola magica. È il mio cilindro da prestigiatore-illusionista. Ci ballo il foxtrot ed il cià cià cià, ché mi diverto proprio, io con lei. A volte, è un tango argentino con la rosa rossa stretta tra i denti. Divora ed uccide tutto ciò di cui gode, fa l'amore con tutto ciò che le si avvicina, è una mantide religiosa che, spesso, bestemmia. È un alchimista che miscela spezie piccanti, aromi che prendono tutto il palato e lo irritano. È un deja-vu di cose mai sperimentate, inventate di sana pianta a salvaguardia dell'imporsi del nulla. È un pout-pourri eterogeneo e disarmonico, un medley assortito.... [segue »]
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